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martedì 8 marzo 2011

W le donne (ma solo l'8 marzo)

Visto che oggi è la festa della donna mi sento in ferie e non farò la fatica di scrivere un post (scontato forse) su donne e mondo del lavoro. Tanto la situazione la conosciamo già tutti e tutte, e ce la raccontiamo sempre. 
Le donne sono più brave a scuola e all'Università. Ma per le donne è più difficile trovare lavoro. Ma per le donne è più difficile trovare lavori dirigenziali e più qualificati. 
La legge dice che le discriminazioni sul mondo del lavoro sono vietate. Ma non è così. 
L'esperienza insegna che nei paesi più civili, più evoluti e più ricchi, una parte della ricchezza è prodotta dalle donne. Ma in Italia non si è ancora capito, e in quanti credono che sia meglio se le donne fanno gli angeli del focolare? 
L'europa ci chiede di arrivare almeno al 60% di donne che lavorano. Ma in Italia siamo molto lontani da questo obiettivo.
Ecco alla fine il post l'ho scritto, ma visto che mi sento in vacanza termino con delle parole non mie, e visto che gli elenchi vanno tanto di moda prendo a prestito l'elenco usato dalla Camusso nella trasmissione "Vieni via con me".
 
Io sono l'invisibile.
Durante la notte o all'alba, pulisco il luogo dove lavorerai.
Curo la vita e la morte, mi chiamano badante,
sono prigioniera di un permesso di soggiorno.
Ho firmato un foglio di dimissioni in bianco. Previene la gravidanza.
Cerco lavoro. Meglio nascondere laurea e master, giuro
di non avere specializzazioni.
Corro a casa, ma la pizza con il mio capo era necessaria per la carriera.
Guardo la fabbrica e so che il mio lavoro è in Serbia.
Invento, ricerco. Aspetto un biglietto aereo per l'estero.
Curo, accudisco, lavo, stiro e tanto altro: chissà se è un lavoro.
Sono nata nel sud, posso scegliere tra ubbidire o emigrare.
Avevo un lavoro, poi hanno abolito il tempo pieno a scuola.
Rispondo a un annuncio di lavoro: sarò abbastanza carina? ed abbastanza
giovane?
Passo le ore ad una cassa, sorrido. Ma non era domenica?
Quanti asili si possono fare con i soldi del Ponte sullo Stretto di Messina?
Sono un dottore. Non sono un primario.
Quando lavoro produco lavoro, potete spiegarlo ad economisti e governanti?
Ho inventato nuove professioni.
Ho conquistato le otto ore.
Ho conquistato il tempo del matrimonio, della maternità, dell'allattamento.
Ho conquistato il diritto di sentirmi uguale nel lavoro, restando indifferente.
Felice il giorno in cui non dovrò conquistare niente di più,
staranno meglio anche gli uomini.


Susanna Camusso,
Segretario Generale CGIL

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