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lunedì 21 marzo 2011

Lavorare con lentezza

Lavorare stanca. C'è poco da fare. Eccomi qui a letto alle dieci e trenta di sera a soli 25 anni e dopo due soli  giorni di lavoro!
Ok, dovrò prendere il ritmo, mi dico e cerco di convincermi, ma in effetti bisogna ammettere che ormai ho saltato la barricata. Sono passata dall'altra parte. Ormai faccio parte del gruppo di quelli che "non posso uscire infrasettimanale", "non posso venire alla serata del Millennium di giovedì, o al Cassero il Mercoledì", "non posso prenotare voli ryan air a caso, che non sono più sempre libera", "piove, ma non posso rimanere a letto". E temo sempre di più per il prematuro declino della mia vita sociale.
E' uno sconvolgimento, un cambiamento epocale!Dopo anni e anni passati a lamentarsi della non indipendenza economica, del fatto di non essere autonomi, di dipendere ancora da mamma e papà, a pregustare con ansia il primo giorno del lavoro...inizio a vedere anche l'altro lato della medaglia!
Certo, sto aspettando con ansia la fine del mese per pregustare il mio primo vero stipendio e la soddisfazione di comprare qualcosa con dei soldi guadagnati da me, ma quali privilegi ho perso, perdendo il mio status di studente? Forse il mio desiderio di iniziare a lavorare per diventare finalmente autosufficiente ed indipendente era calcolato male, e oggi mi si è affacciato il dubbio di aver guadagnato (un po') l'indipendenza dai miei genitori, diventando però dipendente da qualcun altro. Se per prendere le ferie devo fare un summit con i colleghi, se non posso gestire i miei orari, se andare ad una visita medica può diventare un problema, perchè parliamo di indipendenza quando pensiamo al lavoro???
Dipende tutto dalle responsabilità che si hanno, dal proprio grado di workaholism, dalla bontà del proprio capo o da cosa?
E se fin da subito rinunciassimo alla competitività e iniziassimo tutti a lavorare con lentezza?Ci sentiremmo più felici, più realizzati, più padroni della nostra vita?


NOTA per i LETTORI: ok..questo post ha preso una piega un po' negativa, da lavoratore vicino all'anelata pensione, ormai stanco del proprio lavoro. 
Chiaro, non è il mio caso, e nonostante gli orari intensi e la stanchezza fisica che sta eliminando la mia vita sociale, sono contenta di buttarmi in questa nuova esperienza. Le riflessioni di oggi sono nate dalle prime, importanti, rinunce che ho dovuto fare visto che lavoro ed ho certi orari e certi impegni. E mancare alla proclamazione di una delle tue storiche  compagne di università e del tuo ragazzo non è una rinuncia da poco... :(
Vi penso da qui! 

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