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sabato 19 novembre 2011

Oggi lavoro da me

Sono contenta di lavorare. Sono consapevole di essere una privilegiata ad aver trovato lavoro cosi presto, dopo la laurea. Sono felice del lavoro che ho trovato ed ho voglia di mettermi in gioco, di trovare la mia realizzazione nel lavoro. Dopo questa premessa non poteva non saltare fuori un però... Ed infatti c'è. Sono contenta del mio lavoro, però, tutte le mattine quando sento la sveglia, penso che i miei prossimi 40 anni (chissà forse pure di più) saranno regolati da questi ritmi. Che la mia sveglia suonerà inesorabile, dal lunedì al venerdì, tutte le mattine, e che io, volente o nolente, non potrò spegnerla e girarmi dall'altra parte, ma dovrò alzarmi ed iniziare un'altra giornata di lavoro. Otto e molto spesso più ore chiusa nel mio ufficio, davanti allo schermo del computer, moltiplicato per più di 200 giorni, moltiplicato per una quarantina d'anni... Fa un sacco di tempo, e a volte questo pensiero mi lascia un po' sgomenta!
È bello lavorare, ma a volte mi chiedo se non sarebbe più bello farlo nella propria casa, con i propri ritmi e con i propri spazi. Cioè quanta gente va in ufficio tutti i giorni senza che ce ne sia realmente il bisogno? Serve essere tutti concentrati nello stesso spazio e nello stesso arco della giornata per lavorare bene?
Per alcuni lavori è sicuramente necessario, anzi imprescindibile. Gli uffici con relazioni con pubblico e clienti, alcune mansioni che è necessario fare in gruppo, il professore che deve fare lezione in aula e il medico che deve visitare all'ospedale. Ma in quanti casi non sarebbe necessario? Il mio è un lavoro il più delle volte "solitario", a parte quando sono dai clienti, o quando ho riunioni con i colleghi, lavoro per conto mio, e potrei essere ovunque a farlo. Grazie alle mail, a skype e ai telefoni capita già ora di lavorare in rete da uffici diversi senza bisogno di spostarsi, e allora perchè non incentivare il tele-lavoro?
Si parla tanto di flessibilità del lavoro, ma perchê in Italia questo si è tradotto quasi solo in precarietà? Un lavoro flessibile non dovrebbe anche essere un lavoro che si adatta alle esigenze diverse dei diversi lavoratori?O dobbiamo avere il massimo rischio, minimi diritti e neanche la possibilità di organizzare la nostra vita e gestire il nostro tempo di lavoro?
Il tele-lavoro in Italia esiste già ma è un po' una bestia rara...come il congedo parentale per i padri. Si c'è, dovrebbe essere un diritto, ma in fondo chi usufruisce di questa possibilità?il rischio non è quello di essere "bollati" come nullafacenti, disinteressati al lavoro, poco disponibili, ed avere cosi la carriera bloccata?
Sarei più produttiva a lavorare in pigiama, con la mia tazza di tisana a fianco e cucinando nella mia cucina per pausa pranzo?
Secondo me si. Magari non tutti i giorni, magari non quando ci sono riunioni o impegni in loco, ma sarebbe bello poter autogestire il proprio tempo, anche quello lavorativo due o tre giorni a settimana.
Chissà. Ora sono una neoassunta e forse è un po' presto per fare rivendicazioni, ma inizio a pensarci e magari prima o poi lo farò!