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domenica 26 febbraio 2012

Feedback o non feedback

Uno dei grandi temi ricorrenti che sento spesso al lavoro, e che inizialmente pensavo facessero un po' parte del gergo consulenziale è quello delll'importanza dei feedback. 
In tutte le discussioni si sente sempre ripetere "vorrei un feedback", "ho bisogno di un feedback" "è importante avere feedback", "mi ha dato/non mi ha dato feedback"...
Onestamente pensavo fosse un po' un modo per darsi un tono, tutto questo parlare di feedback. Un po' come quando diciamo project management, o asap, o fyi o sal ecc ecc ecc... 
Eppure, in questo caso, l'esperienza mi sta insegnando quanto sia davvero importante ricevere feedback, soprattutto sul lavoro. 
Vi avevo raccontato dell'ansia da valutazione di fronte alla mia prima "pagella lavorativa", ansia che si è però trasformata in una grande soddisfazione nel vedere i miei voti per questi primi mesi di lavoro del 2011. Ed al di là della soddisfazione e della felicità di ricevere il mio primo -piccolo- aumento grazie alla mia valutazione positiva, mi sono resa conto di quanto sia importante avere dei momenti in cui ci si guarda in faccia e ci si dice cosa si fa bene o dove si può migliorare. 
Certo, non sarà sempre tutto rosa e fiori. Forse ora sono così entusiasta perchè il mio feedback è stato positivo, se avessi sentito cose spiacevoli e soprattutto se avessi sentito giudizi secondo me immeritati o non condivisibili, come l'avrei presa? Quando si inizierà a parlare di aumenti -seri- o di promozioni, quando capiterà che il collega venga promosso prima di te, nonostante secondo te non lo meriti, quando ci saranno dissapori con chi ti fa la valutazione, anche allora penserò che ricevere dei feedback sia così importante?
Non lo so. Vedremo. 
Per ora penso che sia un'abitudine positiva e che può portare miglioramenti e crescita, soprattutto per chi ha da poco iniziato a lavorare, e, al contrario, ho già provato la frustrazione di non ricevere nessun feedback per alcuni lavori consegnati. 
Capita di finire un lavoro, magari di fretta perchè urgente, di metterci impegno ed idee, di fare tardi per perfezionare tutto, e poi di consegnarlo con soddisfazione, iniziando ad aspettare il momento in cui ti diranno "tutto ok, bel lavoro giulia!" oppure "così non va, devi fare correzioni"... Però a volte questo momento non arriva mai. 
A volte si sta in ufficio fino a tardi per avere un segnale, per ricevere eventuali correzioni da fare e per poterle fare subito, e poi non arriva nessuna comunicazione. Si sta lì in attesa e a parte la scocciatura, a parte lo stress, la cosa peggiore è che non saprò mai se quell'idea mia, quella frase che ho aggiunto al documento, quel grafico che ho fatto anche se il capo non me l'aveva chiesto sono stati apprezzati o se era tutto una cavolata. 
E allora si, anche io sto iniziando a dire "ah, quanto è importante avere i feedback!".
Sto forse diventando una vera consulente????

domenica 5 febbraio 2012

The Day After Tomorrow - La Bufera di Neve e il lavoro

In inverno ogni tanto arriva la neve. A Bologna di solito non ne arriva tanta, qualche centimetro, una spolveratina di bianco sulle strade, e tutto continua come sempre. Ogni tanto la neve arriva proprio durante le vacanze di Natale e tutti ci sentiamo molto presi dall'atmosfera, dal panorama da cartolina, dall'atmosfera da film Disney, dal bianco Natal. 
Ogni tanto invece, anche a Bologna, arriva la neve in febbraio, quando ormai ci sembrava di essere quasi al limite dell'inverno, quasi arrivati alla primavera, e cade per tre giorni di fila, e scende e scende e scende fino a depositare almeno 40 centimetri di manto bianco su strade, giardini, macchine... 
E quando arriva tutta questa neve, com'è possibile che la nostra vita non cambi per niente? 
Febbraio 2012 sarà ricordato come l'anno della grande nevicata. A Bologna ma anche su tutto il resto della Regione ed un po' in tutta Italia. E così fra le classiche polemiche su spalaneve che non spalano e spargisale che non spargono abbastanza sale, fra un servizio al tg sulla "morsa di freddo che stringe l'Italia" e la pessima figura fatta dal sindaco di Roma anche in quest'occasione, si riflette un po' sui propri ritmi di vita.
Quando ci si sveglia la mattina con la neve che scende e che non accenna a fermarsi e già 10 cm su tutte le strade, le opzioni sono due. O si va in strada armati di pala e catene e si inizia a spalare, cercando di far uscire la macchina dal cortile per precipitarsi al lavoro, o la si prende con più tranquillità (per chi può), e si ascoltano i prudenti consigli che invitano a stare a casa.
Io fortunatamente ho fatto parte, almeno per questa nevicata, al secondo caso. Con un lavoro che si fa essenzialmente al computer, non è stato un dramma lavorare per due giorni da casa, anzi. Anche se so benissimo che non per tutti è così facile. So benissimo che alcuni non possono assentarsi facilmente dal lavoro, e soprattutto so benissimo che per alcuni lavorare con la neve è ancora più difficile e pericoloso. E quindi capisco polemiche, lamentele e arrabbiature varie, soprattutto per chi è costretto a muoversi e si ritrova con una città bloccata ed in tilt. 
Si lo capisco, ma in realtà tutte queste pretese hanno davvero senso? Possibile che l'uomo abbia sempre la presunzione di controllare e gestire ogni evento naturale e di piegarlo al proprio controllo? Quando la neve è così abbondante è possibile che non ci siano disagi? Con mezzo metro di neve è possibile che tutto continui come prima???
Certo ci sono paesi che convivono con queste nevicate per alcuni mesi tutti gli anni, e in questi paesi, immagino che le persone non vadano in letargo, ma che continuino con la loro vita di sempre. Ma forse, per una volta, è nomale così, non è un fatto di inefficienza italica. In fondo se una nevicata così viene ogni 25 anni, è normale che i Comuni italiani non siano attrezzati. Altrimenti rischieremmo di cadere nel paradosso per cui vogliamo spazzaneve in abbondanza anche a Palermo, perchè in fondo non si sa mai..una nevicata forte potrebbe arrivare anche in Sicilia prima o poi!
E allora se vivessimo la neve come un'occasione per rallentare i ritmi, per prenderla con calma, per godersi un piccolo letargo, per far decidere gli orari e le priorità alla natura e non allo stress? Dai diciamolo, chi non ama la neve? Chi non si sente un po' bambino quando vede le nostre bellissime città imbiancate? Chi non si fa prendere dalla voglia di fare pupazzi di neve o battaglie di palle di neve?
In fondo, se succedesse davvero solo una volta ogni 25 anni non sarebbe così male, no?