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venerdì 3 giugno 2011

In scadenza


Non parlo del latte in frigo, nè delle mozzarelle, nè della verdura che compro sempre in abbondanza per farla appassire, nè di tutto il resto. Questa volta il prodotto in scadenza sono io, o meglio, il mio contratto.

è dal primo giorno di lavoro che, mentalmente, faccio il conto. Fra tre mesi mi scade il contratto, fra due mesi finisco, ormai mi conoscono, mi diranno a breve qualcosa, fra un mese termino, ora mi parleranno... e invece siamo arrivati a meno 12 giorni, di cui solo 8 sono lavorativi, e non so ancora niente.
Sarà una strategia dell'azienda, o sarà che non mi vogliono più?
I colleghi ci scherzano e danno per scontato che mi verrà fatta l'offerta di rinnovo, almeno di un altro periodo di stage, in fondo non ho fatto troppi danni, ho imparato tante cose, in ufficio hanno sempre bisogno di una mano, ed insegnare tutto di nuovo a qualcun'altro sarebbe un grande sbattimento. Il capo invece sta muto. Non si pronuncia nè in un senso nè nell'altro.. E nel frattempo i miei buoni pasto per giugno non sono arrivati, cosa significherà? Perchè aspettare così tanto per decidere? O ancora peggio, se si è già deciso, perchè aspettare così tanto per comunicarlo?
In 8 giorni di lavoro cosa potrà mai succedere che faccia cambiare idea sul mio conto?
E se hanno già deciso, perchè non me ne parlano?perchè non pensano che sarebbe più corretto informarmi e permettermi di iniziare a programmare il mio futuro? Perchè farmi sentire così in balia delle onde, senza farmi neanche prendere in mano la situazione?Almeno se sapessi già che non avrò un rinnovo, potrei ributtarmi a mandare curricula, fare ricerche, fare colloqui. Così solo incertezza.
La mia situazione non è particolarmente critica. Fortunatamente ho ancora alle spalle la mia famiglia che mi aiuta, sono laureata da pochi mesi, e non mi aspettavo che questo fosse il lavoro della mia vita. In fondo mi ritengo già fortunata e privilegiata ad aver trovato questo stage retribuito, ma non troppo, appena laureata.
Però, nonostante non abbia mutui da pagare, nè figli da mantenere, la sensazione di essere in scadenza non mi piace per niente. E immagino già con terrore quante volte dovrò riviverla, con la consapevolezza che, crescendo, sarà sempre peggio.
E mi rendo conto che il lavoro e la ricerca del lavoro sta già diventando il mio chiodo fisso, l'argomento di conversazione che esce sempre, l'ossessione quotidiana. Parlo di colloqui, controllo le offerte di lavoro, consiglio proposte ai miei amici, mi immagino il mio lavoro ideale, sogno un'assunzione, desidero trovare il lavoro definitivo e lo vorrei qua a Bologna. Chiedo, mi sbatto e mi informo con tutti quelli che conosco. E ormai che sono entrata nel trip, lo faccio per me, per il mio ragazzo e per i miei amici. Non troverò pace finchè non saremo tutti sistemati. E purtroppo, vista la situazione, prevedo ancora tanti momenti d'ansia.
Quante volte ancora ci capiterà di dover aspettare per un rinnovo contrattuale? Quante volte ci sentiremo limitati nel chiedere ferie, malattie, fare scioperi, per non dare una cattiva impressione ed arrivare all'agognato rinnovo? Quanti contratti di tre mesi in tre mesi dovremo sopportare? E quante volte, invece, non avremo neppure quelli?
Almeno questa situazione mi sta insegnando ad essere più sensibile. Giuro che non comprerò mai più frutta e verdura in eccesso, giuro che non abbandonerò più cartoni di latte in frigo ad attendere il loro destino e prometto di mangiare tutte le mozzarelle in scadenza, prima che sia troppo tardi. 
In fondo tra simili bisogna essere solidali e darsi una mano, no??

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