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domenica 2 ottobre 2011

Tempo di trasferte

Dopo il mio ultimo trasloco in treno (vi ricordate la mia valigia da 50 kg su e giù dal treno?) pensavo, e speravo, che non sarei più salita su un treno per un bel po' di tempo, e invece al lavoro è iniziato il tempo delle trasferte. E così, anche se lavoro nella mia città, il mio destino continua ad essere quello di prendere un treno almeno un paio di volte a settimana, per grande gioia di Trenitalia. 
Anche se, ora che prendo il treno per lavoro, è un po' meglio. Mi pagano la trasferta e mi rimborsano il biglietto, certo, è faticoso lo stesso, ma alla sera sono di nuovo a casa. 
Ma a parte questo, viaggiare per lavoro o viaggiare autonomamente è uguale? 
Ho iniziato a chiedermelo e a farmi un po' di domande. Ci avete mai riflettuto? Tipo, se sono in trasferta, quando inizia il mio orario di lavoro? Durante gli spostamenti, in treno in questo caso, è come se fossi in ufficio o è come se fossi in macchina per andare in ufficio? A prima vista non sembrano domande interessanti, eppure per una come me, che è stata abituata a viaggiare sempre e solo con cibarie, lettore mp3 e libri al seguito, sono temi importanti. In treno, se ci vado per lavoro, posso leggere un libro, posso ascoltare la musica, posso mangiare barrette kinder, giocare a puzzle bubble sul cellulare o anche ingubbiarmi, come ho sempre fatto, o devo comportarmi come se fossi in ufficio? O è ammesso solamente che io legga il sole 24 ore, che usi il computer o che parli di lavoro, o posso anche chiacchierare in libertà con i colleghi?
Alle prime esperienze di lavoro capita anche di farsi queste domande, tutto è nuovo e tutto è potenzialmente problematico, e ci sarebbe bisogno di un manuale di istruzioni per ogni cosa, anche su come comportarsi in treno! 
Per ora mi sono trattenuta. Nonostante le alzatacce sono sempre riuscita a non abbioccarmi, e chi mi conosce sa che è stato un grande sforzo, nonostante la mia foga di lettura, non ho mai tirato fuori dalla borsa uno dei miei romanzi e mi sono concessa solo qualche pagina di Repubblica. 
Certo. Anche in questo ambito sto solo cercando di prendere le misure al mio capo, ai miei colleghi e alla mia società. Poi appena mi sentirò abbastanza sicura ed integrata, rinizierò a viaggiare con le mie borse giganti, pronte a contenere tutto l'indispensabile per i viaggi: una bottiglietta d'acqua, una confezione di tuc, un po' di cioccolata, il lettore mp3, un libro o due. Altro che viaggio di lavoro. Un viaggio in treno è sempre un viaggio in treno, e io li affronto sempre così.

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