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sabato 29 ottobre 2011

Il pollo di Trilussa

Ve la ricordate la poesia di Trilussa sulla statistica


"da li conti che se fanno/seconno le statistiche d'adesso/risurta che te tocca un pollo all'anno:/
e, se nun entra nelle spese tue,/t'entra ne la statistica lo stesso/perch'è c'è un antro che ne/magna due"

Il discorso dei polli vale un po' per tutto... i polli, i soldi, le tasse, le lauree e anche il lavoro. 
Quando si lavora in gruppo infatti è difficile spartire equamente i risultati: è il bello e il brutto del lavoro di squadra. Tutti lavorano, tutti si impegnano, se i risultati sono buoni c'è soddisfazione per tutti, e se non sono buoni è più facile affrontare le delusioni e le batoste. Questo succede se tutti lavorano nello stesso modo, o per lo meno al loro meglio. Ma se ci sono dei free riders? Eddai, siamo in Italia, vogliamo credere che non ci sia nessuno che se ne approfitti del lavoro collettivo per adagiarsi e non fare nulla? In modo così plateale non mi è ancora successo, ma ultimamente mi è capitata la spiacevole sensazione di essere usata come "quella su cui fare scaricabarile". Si fa un lavoro di gruppo, si è sotto stress, ci sono scadenze, ci si dividono i compiti e... la divisione dei compiti non è mai paritaria. è una questione di pigrizia o è una questione di formazione? è perchè tutti cercano di approfittarsene o è perchè sono la nuova arrivata e devo imparare, devo formarmi e devo farmi valere? In fondo avere tanto lavoro significa che in ufficio mi stanno coinvolgendo, che forse iniziano a fare affidamento su di me. E poi dai, le matricole, da sempre e in qualsiasi ambito, a scuola, all'università, in qualsiasi sport, devono lavorare duro per dimostrare il loro valore! è solo un po' di gavetta o è che, come al solito, sono troppo buona?
Inizio a pensarci. Finora non è successo niente di plateale, né eclatante, né nulla di particolarmente scorretto, ma alla seconda persona che "ribaltava" su di me un suo incarico, mi è suonato un campanello d'allarme. 
Non ho detto no a nulla. In fondo devo far capire che sono una tosta. Mi sono portata anche i compiti a casa, per più di una sera e per più di un week end. E in fondo sono contenta di farlo, prima di tutto perchè lavoro e il mio lavoro mi sta piacendo e poi perché so che è l'inizio e che ci sta. Ma.. forse anche le matricole ad un certo punto devono imparare a dire di no. O forse semplicemente devo trovare qualcuno che nella grande catena alimentare del lavoro sia sotto di me, uno stagista insomma, su cui fare un po' di sano scaribarile anche io, ma solo per il suo bene, ovviamente!

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