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venerdì 29 luglio 2011

La mia valigia

Ultimo giorno di lavoro in ufficio, prima di ben 4 settimane di ferie. 
Sensazioni molto simili a quelle, provate tante volte, l'ultimo giorno di scuola. L'ultimo giorno prima che tutto l'ufficio vada in ferie, si lavora tranquillamente, senza affannarsi troppo, si fa una bella pausa pranzo lunga e allegra, si esce prima, ci si saluta, si è tutti più felici e sereni.
Si va in vacanza e si mette tutto in stand by. 
Per me è stato un ultimo giorno di lavoro ancora più particolare. Dopo tanti colloqui, dopo tanti patemi, dopo tante riflessioni, sembra che tutti i pezzettini del puzzle finalmente vadano al loro posto: ho ricevuto una nuova offerta per un lavoro, questa volta nella mia città.

Avrò fatto la scelta giusta? 
Abbandono un contratto già firmato, un lavoro in cui mi ero già un po' inserita, un bel gruppo di colleghi, un'azienda prestigiosa e conosciuta, e ancora non so bene cosa troverò. 
Gli addii spingono sempre a fare dei bilanci, e io ho iniziato a pensare a cosa avrei riportato a casa nella mia valigia, dopo questi mesi romani, a parte i vestiti acquistati nei mercati di Campo dei Fiori e nei negozi di via del Corso. 
Insomma, cosa ho imparato, oltre ad usare Excel e Power Point molto meglio di prima???
Bè ho imparato anche tante altre cose, ho imparato ad usare sempre un po' di strane parole in burocratese ministeriale fra cui "a tergo" e "per le vie brevi", ho imparato che nei documenti ufficiali non si scrive "si dichiara", ma "si rappresenta".
Ho imparato che non si dice graffetta ma attache, e ho scoperto che esiste la parola "pecetta", che prima di qualche mese fa non avevo mai sentito, ma che credo voglia dire post-it o qualcosa del genere!
Oltre a 30 kg di vestiti, trasportati a fatica su e giù dalla metro e su e giù da un treno, nella mia valigia della prima esperienza lavorativa metto tutto questo, e tanto altro. 
Ho capito che lavoro di gruppo non è solo una frase fatta, ma a volte è una bella realtà. 
Ho capito che quando non si sa qualcosa è sempre meglio chiedere. 
Ho imparato quanto sia fondamentale legare con le persone, per lavorare bene. 
Ho conosciuto tanti colleghi, più o meno in gamba. 
Ho capito che il ruolo del capo è quello di motivare, stemperare gli animi, consigliare, e quasi mai quello di lavorare.
Ho imparato a leggere un contratto di lavoro, una busta paga, a chiedere delle ferie, e a dimettermi (e non è stato facile). 
E poi ho capito dove voglio abitare e quindi lavorare, ho capito che il lavoro non può essere tutto, e che bisogna sempre andare avanti con la propria vita, e non limitarsi al lavoro.
Sono in viaggio, sto tornando, faccio bilanci e sono pronta ad aprire un nuovo capitolo, senza dimenticare mai tutto quello che mi porto dietro dopo questa prima esperienza di lavoro.
Si, sono pronta ad andare avanti, a rimettermi in discussione e a riniziare tutto da capo. Si sono pronta, ma rigorosamente solo dopo le ferie!

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