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lunedì 31 ottobre 2011

La difficoltà di avere un sogno

Inseguire i propri sogni è sempre stato difficile. 
Ma nel 2011, per un giovane, magari per una donna, in Italia, lo è ancora di più. Siamo in una situazione così precaria e difficile che a volte, trovare un lavoro, anzi un lavoretto temporaneo, viene quasi vissuto come una sfiga. 
è un paradosso, eppure è così. è così perchè siamo una generazione sotto ricatto, perchè non abbiamo nessun potere di scelta, perchè siamo consapevoli della situazione tragica che ci circonda. In un contesto così è tutto più difficile, e tutti noi sappiamo che, un lavoro che avrebbe dovuto essere temporaneo, un lavoretto per pagarsi gli studi, o semplicemente un lavoro che non ci piace, rischia di diventare, per forza, il lavoro che faremo tutta la vita, perchè non abbiamo la possibilità di mollarlo, di continuare a cercare, perchè il ricatto della disoccupazione è troppo alto, perchè questa crisi ci ha tolto anche la voglia di coltivare i nostri sogni. 
E quindi, a volte, per rimanere aggrappati tenacemente a quello che si vorrebbe fare, a quello per cui si è studiato, si spera quasi di non trovare nient'altro, di non finire a fare un lavoro di ripiego che tarperebbe le nostre ali. è un paradosso, eppure chi, in questo momento, avrebbe il coraggio di fare una scelta così?da una parte la certezza di uno stipendio che ti fa andare avanti, che ti fa sentire grande ed autonomo, e dall'altra il niente, un sogno. Chi non si accontenterebbe? Chi non si sentirebbe male a rinunciare ad un lavoro sicuro? E chi, in fondo, non penserebbe di pentirsi poi, per tutto il resto della sua vita, di questa scelta obbligata? Davanti a dilemmi così a volte è più facile sperare di non dover fare una scelta, di non rimanere incastrati.
Siamo una generazione cresciuta a suon di film americani, tutti concentrati sull'essersi fatti da soli, sulle capacità di riniziare, di farsi una vita ed una carriera dal niente, bastava avere meriti e convinzione.
Ci è stato insegnato ad essere testardi, a scegliere una strada e a perseguirla. Ci è stato insegnato che tutti hanno le stesse possibilità, che anche l'operaio può avere il figlio dottore. I nostri cugini più grandi ce l'hanno fatta. Sono cresciuti nel nostro mondo, con i nostri stessi miti, i nostri stessi film e canzoni, i nostri stessi valori, ma sono entrati nel mondo del lavoro 5, 6, 7 anni prima di noi. Ere geologiche praticamente. Il loro merito è stato quello di essere nati prima. E loro ce l'hanno fatta. Vivono da soli, lavorano, hanno successo, hanno contratti che per noi sono un'utopia, hanno avuto la possibilità di costruire qualcosa.
Abbiamo visto alla ricerca della felicità, e pensavamo che fare un po' di lavoretti temporanei in attesa del raggiungimento del grande sogno, come fa Will Smith, fosse normale, anzi dimostrasse la nostra capacità di cavarcela. è ancora così? Non sono più sicura che sia così negli States, figuriamoci qui, dove anche nei tempi migliori non partivamo tutti con le stesse possibilità.
Ci hanno insegnato a sognare e ora bruscamente ci hanno svegliato. Ora non potete meravigliarvi se abbiamo paura di scegliere, se piuttosto che uccidere i nostri sogni con le nostre mani preferiremmo mettere la testa sotto il cuscino.
E quando ci si sveglia la mattina, e le notizie sono queste come si fa a non essere sempre più indecisi su che strada prendere?

3 commenti:

  1. Un ottima analisi del momento attuale in Italia!

    VPC

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  2. Lo avevo già letto e mi era piaciuto, anzi, mi ci ero proprio ritrovata. Era tutto ancora in fieri per me, tutto a tinte ancora sfuocate, ma oggi più che mai mi sento dentro quel paradosso...

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